I costi di disattivazione sono richiesti da parte dell'operatore telefonico al momento della disdetta, ossia della cessazione dell'utenza telefonica (con conseguente perdita del numero). Infatti, se si vuole conservare il proprio numero di telefono, piuttosto che inviare un disdetta, è più corretto rivolgersi direttamente al nuovo operatore ( recipient
, ossia che accoglie il cliente). Ciò in quanto:
- non si perde il proprio numero, che migra
invece con il nuovo operatore;
- i costi di migrazione sono decisamente inferiori rispetto ai costi di disattivazione.
Vediamo degli esempi.
Se invii una disdetta in wind, il
costo di disattivazione
se hai un contratto fibra si aggira intorno ai 65,00 euro; se invece fai direttamente una richiesta di migrazione (di cambio operatore), mantenendo dunque il tuo numero di telefono, il
costo di migrazione
si aggira intorno ai 35,00 euro. E' chiaro dunque che se intendi mantenere il tuo numero, non avrebbe alcun senso fare una disdetta.
Ma allora, i costi di disattivazione sono dovuti?
Vediamo a quanto ammontano, prima di tutto.
- TIM
: circa 30 euro;
- Tiscali
: circa 70 euro;
- Vodafone
: circa 40 euro
- Wind
Home
: circa 65 euro;
- Fastweb
: circa 56 euro
Gli operatori telefonici hanno di molto abbassato tali costi, che erano precedentemente molto più elevati (vedi foto copertina a questo articolo).
La vicenda sui costi di disattivazione ha avuto origine con la sentenza del Consiglio di Stato 1442/2010, secondo cui i costi di disattivazione sono dovuti. Molti utenti ci contattano richiamando il decreto bersani, che di fatto aveva introdotto il libero recesso da parte degli utenti, ed aveva inoltre abolito i famosi costi di ricarica sulle sim.
Ma, di fatto, gli operatori telefonici hanno aggirato il decreto stesso, introducendo costi dovuti come
contributi di disattivazione.
Ma residuano dei casi in cui tali costi di disattivazione non sono dovuti.
In primo luogo, i
costi per il recesso anticipato devono essere equi e proporzionati. Per verificare se la somma che ti è stata addebitata in bolletta sia adeguata, contattaci.
In secondo luogo, se:
- l'operatore ha modificato unilateralmente le condizioni di contratto
(es. ti ha comunicato degli aumenti in fattura, lasciandoti libero di recedere senza costi);
-
hai subito un
malfunzionamento o disservizio della linea telefonica
;
-
sono trascorsi solo 14 giorni dall'attivazione della linea e vuoi esercitare il tuo
diritto di ripensamento.
Di recente,
una sentenza del giudice di pace ha dato torto ad un operatore telefonico, condannandolo alla restituzione delle somme ingiustamente pagate dall'utente quali costi di disattivazione.
Per semplificare il nostro lavoro:
1) evita di pagare i costi di disattivazione:
valutiamo se sono legittimi e dovuti. Una volta pagati, infatti, sarà più difficile recuperare le somme. Se hai quindi l'addebito in c/c, recati in banca per ritirare la delega.
2)
contattaci
appena ricevi la fattura, riceverai risposta in pochi minuti;
3) se hai un
modem o qualsiasi terminale
(con addebito in fattura ed a rate), rischi che alla chiusura del contratto ti venga addebitata la somma in unica soluzione. Ti forniremo tutta l'assistenza per restituirlo presso le sedi giuste.
Compila il nostro modulo di assistenza
qui
, allegando:
1) copia della fattura di chiusura con
costi disattivazione
o rate
residue terminale;
2) copia fronte retro della carta di identità dell'intestatario dell'utenza (indispensabile per poter procedere a tuo nome).
Descrivi brevemente il tuo problema. Abbiamo ottime
chance
di annullare totalmente la fattura non dovuta. Se l'hai già pagata, chiederemo il rimborso, se dovuto.
Noi facciamo il nostro. A te non resta che
SCRIVERCI
Bastano 2 minuti per risolvere un problema. Al resto pensiamo noi.