Il 20 dicembre scorso l'AGCOM (autorità garante nelle comunicazioni) ha sferrato un altro duro colpo ad una delle pratiche scorrette degli ultimi tempi: i costi di ricarica. Aboliti dal decreto Bersani, sono praticamente stati silenziosamente reintrodotti da parte di tutti gli operatori telefonici.
Sappiamo tutti di cosa si tratta: al momento della ricarica, ad esempio di 10 euro, l'operatore trattiene un euro giustificandolo come "costo di ricarica".
Tutto ci si aspettava, ma non che tale pratica, eliminata da oltre 10 anni, divenisse nuovamente in uso agli operatori.
Ma l'AGCOM, accolte le segnalazioni di tanti utenti e di altrettante associazioni a tutela dei consumatori, ha definito tale pratica scorretta, dando un termine di 30 giorni agli operatori per adeguarsi. La pratica scorretta ovviamente danneggiava quei consumatori che prediligono ricarica di piccolo taglio, ossia 5 e 10 euro.
A questo punto, gli operatori telefonici hanno dinnanzi due diverse alternative:
1) adeguarsi entro 30 giorni dalla decisione
2) fare ricorso al TAR LAZIO entro 60 giorni dalla decisione.
Anche le modalità di comunicazione, poco trasparenti secondo l'Agcom, sono state oggetto di valutazione.
Gli operatori in un primo momento hanno difeso la propria posizione, sostenendo che il costo della ricarica fosse trattenuto per attivare servizi aggiuntivi all'utente, che, alla fine dei conti, non li aveva sicuramente richiesti.
Qual'è attualmente la posizione degli operatori telefonici?
Vediamo nel dettaglio.
TIM:
Le ricariche vengono divise in due tipologie: standard e Ricarica+.
Le ricariche standard
consentono di pagare una cifra, che viene totalmente accreditata sulla sim. Sono le ricariche alle quali gli utenti erano abituati.
I tagli di ricariche standard disponibili dal sito online
sono: 4 euro, 6 euro, 12 euro, 17 euro, 22 euro, 50 euro.
I tagli di ricarica standard invece disponibili nelle tabaccherie, edicole e bar
sono: 4 euro, 6 euro, 12 euro, 50 euro.
La Ricarica+, invece, è la ricarica speciale lanciata nel corso del 2019 da TIM: a fronte di una ricarica ad esempio di 5 euro, l'utente usufruisce dell'attivazione (obbligatoria) di una promozione.
Come si può notare, le ricariche da 5, 10, 15, 20 e 25 euro non sono più disponibili nelle ricevitorie.
VODAFONE
Vodafone ha preso alla lettera il termine di 30 giorni: dal giorno 20 gennaio 2020 ha deciso difatti di reintrodurre le ricariche da 5 e 10 euro senza alcun costo nascosto. Entrambi i tagli sono oggi disponibili nelle varie sedi di ricarica, sia online che fisiche.
WIND
Anche Wind ha deciso di ampliare I tagli di ricarica disponibili all'acquisto, sia nei rivenditori autorizzati WIND che online. A partire dal 21 gennaio gli utenti potranno acquistare una ricarica standard. Ecco gli importi acquistabili per le ricariche standard: 6 euro (disponibile anche online); 11 euro; 15 euro; 20 euro;
25 euro; 30 euro; 50 euro; 90 euro; da 120 euro.
In conclusione, si riporta in estratto la diffida dell'AGCOM nei confronti dei tre gestori, con la quale gli si intima di rispettare la Legge n.40 del 2007 sulla liberalizzazione dei costi di ricarica:
[…]Al fine di favorire la concorrenza e la trasparenza delle tariffe, di garantire ai consumatori finali un adeguato livello di conoscenza sugli effettivi prezzi del servizio, nonché di facilitare il confronto tra le offerte presenti sul mercato, è vietata, da parte degli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche, l’applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate, anche via bancomat o in forma telematica, aggiuntivi rispetto al costo del traffico telefonico o del servizio richiesto. È altresì vietata la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico o del servizio acquistato. Ogni eventuale clausola difforme è nulla e non comporta la nullità del contratto, fatti salvi i vincoli di durata di eventuali offerte promozionali comportanti prezzi più favorevoli per il consumatore
La decisione dell'AGCOM apre le porte a quanti vogliano tutelare la propria posizione ed ottenere il rimborso delle somme pagate per i costi di ricarica.
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