STOP AI COSTI DI RICARICA - L'INTERVENTO DELL'AGCOM

30 gennaio 2020

30 GIORNI PER GLI OPERATORI TELEFONICI PER ADEGUARSI


Il 20 dicembre scorso l'AGCOM (autorità garante nelle comunicazioni) ha sferrato un altro duro colpo ad una delle pratiche scorrette degli ultimi tempi: i costi di ricarica. Aboliti dal decreto Bersani, sono praticamente stati silenziosamente reintrodotti da parte di tutti gli operatori telefonici. Sappiamo tutti di cosa si tratta: al momento della ricarica, ad esempio di 10 euro, l'operatore trattiene un euro giustificandolo come "costo di ricarica". 
Tutto ci si aspettava, ma non che tale pratica, eliminata da oltre 10 anni, divenisse nuovamente in uso agli operatori.
Ma l'AGCOM, accolte le segnalazioni di tanti utenti e di altrettante associazioni a tutela dei consumatori, ha definito tale pratica scorretta, dando un termine di 30 giorni agli operatori per adeguarsi. La pratica scorretta ovviamente danneggiava quei consumatori che prediligono ricarica di piccolo taglio, ossia 5 e 10 euro. 
A questo punto, gli operatori telefonici hanno dinnanzi due diverse alternative: 
1) adeguarsi entro 30 giorni dalla decisione
2) fare ricorso al TAR LAZIO entro 60 giorni dalla decisione. 
Anche le modalità di comunicazione, poco trasparenti secondo l'Agcom, sono state oggetto di valutazione. 
Gli operatori in un primo momento hanno difeso la propria posizione, sostenendo che il costo della ricarica fosse trattenuto per attivare servizi aggiuntivi all'utente, che, alla fine dei conti, non li aveva sicuramente richiesti. 

Qual'è attualmente la posizione degli operatori telefonici?
Vediamo nel dettaglio. 

TIM: 
Le ricariche vengono divise in due tipologie: standard e Ricarica+. 
Le ricariche standard consentono di pagare una cifra, che viene totalmente accreditata sulla sim. Sono le ricariche alle quali gli utenti erano abituati. 
I tagli di ricariche standard disponibili dal sito online sono: 4 euro, 6 euro, 12 euro, 17 euro, 22 euro, 50 euro. 
I tagli di ricarica standard invece disponibili nelle tabaccherie, edicole e bar sono: 4 euro, 6 euro, 12 euro, 50 euro. 

La Ricarica+, invece, è la ricarica speciale lanciata nel corso del 2019 da TIM: a fronte di una ricarica ad esempio di 5 euro, l'utente usufruisce dell'attivazione (obbligatoria) di una promozione. 
Come si può notare, le ricariche da 5, 10, 15, 20 e 25 euro non sono più disponibili nelle ricevitorie. 

VODAFONE 
Vodafone ha preso alla lettera il termine di 30 giorni: dal giorno 20 gennaio 2020 ha deciso difatti  di reintrodurre  le ricariche da 5 e 10 euro senza alcun costo nascosto. Entrambi i tagli sono oggi disponibili nelle varie sedi di ricarica, sia online che fisiche.

WIND 
Anche Wind ha deciso di ampliare I tagli di ricarica disponibili all'acquisto, sia nei rivenditori autorizzati WIND che online. A partire dal 21 gennaio gli utenti potranno acquistare una ricarica standard. Ecco gli importi acquistabili per le ricariche standard:  6 euro (disponibile anche online); 11 euro;  15 euro;  20 euro;  25 euro;  30 euro; 50 euro;  90 euro; da 120 euro.

In conclusione, si riporta in estratto la diffida dell'AGCOM nei confronti dei tre gestori, con la quale gli si intima di rispettare la Legge n.40 del 2007 sulla liberalizzazione dei costi di ricarica:

[…]Al fine di favorire la concorrenza e la trasparenza delle tariffe, di garantire ai consumatori finali un adeguato livello di conoscenza sugli effettivi prezzi del servizio, nonché di facilitare il confronto tra le offerte presenti sul mercato, è vietata, da parte degli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche, l’applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate, anche via bancomat o in forma telematica, aggiuntivi rispetto al costo del traffico telefonico o del servizio richiesto. È altresì vietata la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico o del servizio acquistato. Ogni eventuale clausola difforme è nulla e non comporta la nullità del contratto, fatti salvi i vincoli di durata di eventuali offerte promozionali comportanti prezzi più favorevoli per il consumatore

La decisione dell'AGCOM apre le porte a quanti vogliano tutelare la propria posizione ed ottenere il rimborso delle somme pagate per i costi di ricarica. 

FILO DIRETTO, ASSISTENZA GRATUITA 





Autore: CLARA ORLANDO 23 gennaio 2025
Non è infrequente il caso di utenti che si rivolgano a Filodiretto Consumatori con un problema anche e soprattutto di ordine concreto: la perdita della propria numerazione , fissa o mobile. Il numero di telefono ci identifica, ci tiene in contatto con amici e parenti, ma anche clienti. La perdita dello stesso, oltre che comportare spesso un disagio per l’utente, può comportare anche un danno per quanti ne facciano un uso aziendale. Ma come può accadere che un utente si ritrovi il proprio numero chiuso, e, soprattutto, è possibile effettuare un recupero dell’utenza? Richiamiamo qualche caso che abbiamo affrontato. Maurizio C. si rivolge alla nostra Associazione in quanto, involontariamente, aveva disattivato tre sim in uso alla sua famiglia tramite l’applicazione del suo operatore telefonico. Un click di troppo, nel punto sbagliato, una mail di conferma. Tante telefonate al call center di riferimento per provare a bloccare quella che sembrava un’inevitabile cessazione definitiva. E poi, un sms con cui il gestore comunicava di aver lavorato “la tua richiesta di cessazione”. La preoccupazione del nostro amico Maurizio l’ha condotto presso la sede di Filodiretto, probabilmente con poche speranze di recuperare i tre numeri di cellulare che, a più riprese, sia negli store dove si era rivolto sia dal call center, venivano definiti come “cessati”. Caso identico quello di Vincenzo A., che sempre tramite applicazione, probabilmente per far partire una richiesta di modifica di piano tariffario, ha involontariamente disattivato due sim, di cui uno in uso alla moglie, libero professionista, che dunque molto aveva legato all’uso di quel numero di telefono in termini di reperibilità per il cliente e di professionalità. In entrambi i casi, Filodiretto non aveva solo il compito di recuperare i numeri di telefono, ma anche di salvaguardare il collegamento dei professionisti ed artisti coinvolti con i loro clienti e potenziali tali. La perdita di numerazione non risparmia nessuno! Filodiretto si è occupato di recuperare il numero di cellulare personale di una famosa attrice, cessato per problematiche relative alla fatturazione. L’utente aveva necessità di recuperare rapidamente il proprio numero storico, dovendo gestire un team di lavoro per la regia di cui si stava occupando. Con poche speranze, probabilmente, si è rivolta a Filodiretto consumatori chiedendo il ripristino della sua utenza mobile. La perdita della numerazione della linea fissa invece ha portato Maria Teresa D.C., una simpatica signora di 80 anni, presso la sede di Via Chiaia per provare a risolvere la sua problematica. Successivamente alla perdita del marito, la signora riusciva ad ottenere abilmente un subentro (cambio di intestatario), procedura non particolarmente agevole, nella quale invece si districava alla perfezione. Facendo però affidamento sulla domiciliazione delle fatture, non si preoccupava di controllare i pagamenti delle stesse. Si ritrovava, improvvisamente, con il telefono di casa muto, ed era impossibile sia ricevere che effettuare telefonate. FiloDiretto si è interessato di recuperare un numero che per la nostra Maria Teresa non solo era indispensabile per comunicare con parenti ed amici, ma anche che aveva un valore affettivo, essendo attivo da oltre 40 anni. Successivamente al recupero della numerazione, abbiamo anche chiesto lo storno totale della posizione debitoria, ottenendo dunque la massima tutela per la nostra cliente. Recente il caso di Francesco Pio A. con la sua società, a cui durante la procedura di cambio di operatore veniva suggerito di inviare anche la disdetta al vecchio gestore. Ciò comportava irrimediabilmente la cessazione della numerazione, che non riusciva a migrare all’altro gestore. Trattandosi di una attività, era necessario un recupero anche tempestivo. In tutti questi casi, FiloDiretto ha restituito i numeri di telefono ai loro legittimi proprietari!  Se hai vissuto un caso analogo, scrivici. Possiamo chiedere un risarcimento per te anche laddove sia trascorso un termine troppo lungo per tentare un recupero di numerazione.
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5 gennaio 2021
Inserendo in google la frase " furto dati ", oggi, in prima pagina c'è l'icona di una nota compagnia di telefonia, la Ho mobile, facente capo alla ben più nota Vodafone. La presunta vendita di dati al cd. dark web , per scopi più o meno prevedibili, ma certamente non leciti, ha fatto rapidamente il giro di tutti gli utenti che hanno scelto la Ho come proprio operatore di rete mobile. Filodiretto sta ricevendo centinaia di richieste in queste ore da parte di utenti preoccupati dalla possibilità che i propri dati sensibili vengano usati illegittimamente, e che hanno ricevuto un messaggio di questo tenore: “ Ti scriviamo per informarti che purtroppo ho. Mobile, come numerose altre aziende, e' rimasta vittima di crimini informatici che si sono intensificati durante la pandemia. Da analisi approfondite, tuttora in corso e in stretta collaborazione con le Autorita' inquirenti, e' emerso che e' stata sottratta illegalmente una parte dei tuoi dati con riferimento solo ai dati anagrafici e dati tecnici della tua SIM . Non c'e' stata alcuna sottrazione di dati di traffico (telefonate, SMS, attivita' web, etc.) ne' di dati bancari o relativi ai tuoi sistemi di pagamento. Abbiamo immediatamente attivato ulteriori e nuovi livelli di sicurezza per mettere tutti i clienti al riparo dalla minaccia di potenziali frodi. Potrai comunque richiedere in qualsiasi momento la sostituzione gratuita della SIM presso i punti vendita autorizzati ho. Mobile. Per maggiori dettagli vai su ho-mobile.it/comunicazione ” Ma vediamo con ordine.
12 settembre 2020
Partiamo dall'inizio: ad una telefonata mai rispondere utilizzando la parola si. Andiamo diretti al punto, decisamente, in quanto basta rispondere “si” alla domanda: “è lei..?”, per trovarsi un contratto mai voluto. Ma senza considerare questa ipotesi prodromica, che possiamo definire semplicemente truffa, laddove il contratto sia realmente voluto dall’utente, e dunque telefonicamente sottoscritto, avviene molto spesso che le condizioni promesse telefonicamente non siano poi rispettate dall'operatore telefonico stesso , e che dunque l'utente si ritrovi, nella prima fattura, delle sorprese non piacevoli. In che modo difendersi? Prima di tutto, se la fattura che hai ricevuto non rispetta le condizioni di contratto che ti hanno promesso telefonicamente, tramite filodiretto possiamo recuperare la registrazione telefonica e costringere l'operatore ad applicare quelle condizioni di contratto che ti sono state, in maniera non troppo solerte, descritte dalla sedicente operatrice. Il primo passaggio necessario è quello di chiedere copia della registrazione medesima tramite reclamo scritto all’operatore. Come si può facilmente immaginare, l'operatore non rilascerà molto facilmente la registrazione stessa, ma tramite la nostra assistenza potrai ottenerla ed utilizzarla per tutelare i tuoi diritti. Avrai il diritto di recedere gratuitamente dal contratto, di cambiare operatore, di mantenere il contratto stesso alle condizioni promesse e di ottenere il rimborso delle eventuali somme pagate oltre a quanto descritto telefonicamente. Nella diversa ipotesi, neanche troppo rara, in cui ti ritrovi invece un contratto da te mai sottoscritto , è necessario procedere quanto prima ad un disconoscimento del contratto con una semplice denuncia. Tramite la nostra assistenza potrai poi ottenere, in maniera facile e veloce, il rimborso di tutte le somme pagate durante la vigenza di un contratto non sottoscritto. Se hai ricevuto qualsiasi proposta contrattuale che non ti convince, contattaci . Filodiretto propone cambi di operatore gratuiti, verifica di tariffe promesse telefonicamente, ed assistenza nella fase successiva alla sottoscrizione del contratto. Senza sorprese, se non quella di aver trovato qualcuno che fa realmente quello che promette.
6 agosto 2020
L'inaspettato arrivo del covid ha avuto un impatto fortissimo su tanti aspetti della nostra vita. Abbiamo dovuto sospendere viaggi, rimandare idee, tenere in caldo progetti. Concerti annullati, palchi vuoti, strade deserte; voli cancellati, hotel con le porte chiuse; treni semivuoti, eventi rimandati. Difficile era però anche immaginare che l'Italia avrebbe reagito con il Decreto Salva Italia, prevedendo che voli, concerti, e biglietti di qualsiasi tipologia, annullati causa covid, potessero essere rimborsati all'utente tramite voucher , da utilizzarsi entro un termine, a discrezione esclusiva della compagnia. In altre parole, sembrava che l'utente di un determinato servizio non potesse rifiutarsi di accettare il voucher quale forma di rimborso. È chiaro che una vacanza prenotata per l'estate ed annullata non poteva essere riprogrammata a cuor leggero, soprattutto in questi tempi particolari; è altrettanto chiaro che se acquisto il biglietto per vedere Paul Mccartney, non posso poi spendere il voucher per altro; se avevo programmato di seguire la mia squadra del cuore in trasferta, non è accettabile che l'importo, piuttosto che essere rimborsato, diventi un voucher per assistere ad altri eventi, che probabilmente ritengo poco interessanti. In questa epoca così difficile, filodiretto ha provato a fare la sua parte , accogliendo tutte le vostre richieste e scrivendo alle compagnie aeree ed agli organizzatori di eventi, ricevendo come risposta sempre la stessa: che all'utente spettava un voucher da utilizzare entro un termine prefissato. A molti degli utenti che ci hanno scritto abbiamo lasciato un’alternativa: usufruire del voucher oppure attendere una sperata modifica della normativa. In cui noi, onestamente, credevamo. E questa modifica normativa sembra essere intervenuta da qualche giorno sotto forma del Decreto Rilancio . Si deve ricordare che questo è figlio di un intervento della commissione europea, che aveva bocciato il Decreto Salva Italia e la previsione dei voucher quale unica forma di rimborso. La Commissione Europea aveva aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia, ed erano intervenute le associazioni a tutela dei consumatori ed addirittura Paul McCartney. Ma cosa cambia, oggi, con il decreto rilancio? E’ previsto che i voucher per viaggi e vacanze cancellati a causa del coronavirus fino al 30 settembre saranno validi per 18 mesi . Terminato questo periodo, se non saranno stati utilizzati per altre prenotazioni, daranno diritto al rimborso. Lo stesso vale per i biglietti dei concerti, se non sarà riprogrammato lo stesso evento entro un anno e mezzo dalla cancellazione. Ecco dunque che se volevo assistere al concerto di Paul McCartney, avrò diritto a godere dell’evento che avevo programmato, oppure al rimborso della somma se l'evento stesso non sarà riprogrammato entro 18 mesi dalla cancellazione. In realtà in questo modo l'Italia si è tecnicamente lavata le mani rispetto al problema che era stato sollevato dalla Commissione Europea, ed il voucher imposto resta l'unica forma di rimborso e non un'alternativa proposta all'utente. Un vero intervento in linea con le aspettative europee doveva prevedere che tutti gli utenti potessero scegliere tra rimborso o voucher da utilizzare entro un termine. In questo modo, invece, si è rimandato il problema. Chi non usufruirà dei voucher , dunque, come più volte abbiamo detto ai nostri utenti, potrà chiedere alla scadenza il rimborso del valore degli stessi. Ma ci sono delle novità. Oltre a cambiare la durata del voucher, che non è più di 12 mesi ma di 18 mesi , la novità più evidente è la possibilità alla scadenza del voucher di ottenere il rimborso della somma pagata, concetto che il decreto Salva Italia non aveva assolutamente considerato, in quanto alla scadenza del voucher l'utente perdeva definitivamente il diritto la somma pagata. Non può dunque ritenersi una novità di poco rilievo, anzi. Per i trasporti aerei, ferroviari e di acqua il rimborso può avvenire anche trascorsi 12 mesi dall’annullamento. Riguardo ai concerti , laddove l'evento sia stato cancellato definitivamente, l'organizzatore deve rimborsare immediatamente l'utente restituendo la somma versata. Tra le altre novità, si segnala che il Ministero di cultura e turismo istituirà un fondo da 5 milioni di euro per indennizzare i consumatori che non verranno rimborsati per insolvenza o fallimento delle compagnie. La procedura di infrazione contro l'Italia da parte della commissione europea continua, in quanto non è stata ancora prevista la scelta all'utente tra voucher e rimborso immediato. Ma a piccoli passi, si dice, si può arrivare lontano.
4 agosto 2020
Dopo i diversi interventi dell'Agcom eravamo, insieme ai nostri utenti, in attesa di notizie circa la possibilità di chiedere il rimborso di voci in fattura come TIM Safe Web, Tim Expert, Tim Safe Web. Per quanti invece erano utenti TIM già tra giugno 2017 ed il maggio 2018 c'è la possibilità di ricevere anche il rimborso per la fatturazione a 28 giorni, di cui ampiamente abbiamo detto qui.
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